Tristan du, ich Isolde, nicht mehr Tristan…
2019
fine-art-giclée, 8 images 40×60 cm
Nel mio girovagare sul web, sono rimasto profondamente colpito da un testo di Giuseppe Perfetto incontrato casualmente: “Nell’acme dell’amplesso vi è l’esperienza della con-fusione, dove quasi i confini dell’Io dell’uno si compenetrano in quelli dell’altro, v’è una coscienza che collassa su se stessa (implode/esplode) e v’è l’idea dell’invasione della propria personalità che, “simbolicamente”, muore. Bataille [1987] scrive: < Il significato ultimo dell’erotismo è la fusione, la soppressione del limite… La voluttà è così simile allo spreco rovinoso che chiamiamo “piccola morte” il momento del suo parossismo >…”
Approfondendo l’argomento mi sono imbattuto nel Tristan und Isolde di Wagner, dove il tema della “morte nell’altro”, della “con-fusione”, è sviluppato in modo mirabile. Tristano e Isotta desiderano fondersi l’uno nell’altra, nella pace della notte dove i sensi e i sentimenti possono liberarsi dalle convenzioni del giorno. E la notte scivola nella morte, dove i due amanti credono di poter trovare la pace e l’unione eterna.
Ma esiste l’amore assoluto? Può esistere la completa ed eterna fusione di due anime? Può realizzarsi l’annullamento, o meglio la sublimazione dell’io nell’altro? O è solo un’invenzione del tutto umana e romantica per sottrarsi alla solitudine? Il Nirvana, l’Illuminazione, l’Estasi, può essere un’esperienza condivisa e duratura? O è solo la voluttà di un attimo?
As I was surfing the web, I was deeply impressed by a script written by Giuseppe Perfetto that I accidentally stumbled upon: “In the acme of the embrace, people experience con-fusion, where the limits of their egos and those of their partners interpenetrate; there’s a sense of consciousness that collapses on itself (implodes/explodes) and there’s the idea of the invasion of their own personalities that, “symbolically”, die. As Bataille (1987) writes: < The last meaning of eroticism is the fusion, the abolition of the limit… Voluptuousness is so similar to that ruinous waste that we call ‘little death’ the moment of its own paroxysm>…”
During an in-depth study of the topic I came across “Tristan und Isolde”, written by Wagner, where the concept of “death in the other”, of “con-fusion” is developed in an admirable way. Tristano and Isotta crave to fuse together, in the peace of the night where senses and feelings can break free from the conventions of the day. And night slides into death, where the two lovers believe that they can find peace and eternal unity.
But, does absolute love really exist? Does the full and eternal cohesion of two souls exist?
Is the nullification, or rather the sublimation of our ego in somebody else even possible?
Or is it just a fully human and romantic invention to escape from loneliness?
Could the Nirvana, the Illumination, the Extasy, be a shared and longlasting experience? Or is it just the voluptuousness of a moment?